La fotografia sportiva ha un’ampia versatilità: con i primi piani si possono catturare emozionalità, dinamicità ed esplosività, immortalare l’atleta nel pieno del suo movimento e al tempo stesso catturare la velocità con effetti come il panning (vedi articolo Fotografia Sportiva: Closeup) – ma anche fotografare l’atleta come elemento di dettaglio in contesti paesaggistici. Questo articolo si concentra proprio su quest’ultimo aspetto.
L’obiettivo della fotografia grandangolare
L’obiettivo è rendere tangibile l’avventura dello sportivo e collocarla nel relativo contesto. Desideriamo mettere a nudo la piccolezza dell’uomo di fronte all’imponenza della natura, raccontando la sua battaglia con gli elementi naturali. Pertanto, il paesaggio è posto ovviamente in primo piano, mentre l’atleta assume un ruolo di contorno. Questo tipo di fotografia sportiva mira, quindi, a rappresentare l’aspetto avventuroso. Ciò che è determinante è l’ambiente, che dovrebbe colpire anche se l’atleta non fosse ritratto nella foto.
Preparazione
Poiché la foto viene scattata all’aperto, talvolta in luoghi remoti, è assolutamente necessaria una preparazione accurata. Bisogna essere sempre consapevoli del fatto che tutto ciò che si porta con sé deve poter essere trasportato ovunque. Quindi, la regola più importante per la lista del materiale è: portare il più necessario possibile, ma il meno materiale possibile. Prepararsi significa anche studiare le caratteristiche geografiche del luogo. Dove sorge il sole e dove tramonta? Da quale location ho una vista libera? Quali sono le opzioni logistiche sul posto – reti stradali, parcheggi, eventualmente funivie?
Personalmente, per familiarizzare con l’ambiente in questione, effettuo ricerche dettagliate su internet, questo perché spesso non si ha la possibilità di visitare la location in anticipo. Utilizzo tutti i portali online comuni, per esempio Google Geo Maps/Maps, e ovviamente tutte le piattaforme meteorologiche. Le condizioni di luce costituiscono spesso una componente decisiva per lo scatto. Per esempio, condizioni meteorologiche tendenzialmente nuvolose possono risultare più fruttuose rispetto ad un cielo limpido: più contrasti, colori e livelli ci sono in un’immagine, più essa può risultare emozionante. Per questo motivo, non rinunciare ad avventurarti anche quando il tempo è incerto.
La composizione della foto
Dato che la nostra foto conterrà molti elementi, è importante che la struttura del nostro scatto sia ben congegnato. Similmente a come si legge un libro, di norma si osserva un’immagine da sinistra a destra. È quindi consigliabile fornire all’occhio dell’osservatore una guida lineare per condurlo attraverso l’immagine. Per esempio, possiamo sfruttare gli angoli della foto per costituire un punto di partenza e di arrivo per i componenti dell’immagine, come un fiume o il profilo di una catena montuosa. Questo permette di conferire alla foto un certo ordine e di trasmettere armoniosità tra gli elementi.
È inoltre consigliabile applicare alla foto la regola dei terzi, che si basa sul rapporto aureo. Se si divide la foto in nove parti, il soggetto principale dovrebbe essere posizionato sulle linee orizzontali immaginarie o, idealmente, sulle intersezioni tra le linee orizzontali e verticali.
Sebbene questo articolo tratti di soggetti distanti, non bisognerebbe trascurare il fatto che anche in primo piano potrebbero esserci elementi interessanti da includere sfocati nella composizione dell’immagine (ad esempio, erba o rami, rocce o acqua – idealmente elementi che hanno a che fare con il nostro atleta). Questo conferisce profondità alla foto e l’osservatore percepisce la sensazione di essere presente come osservatore.
Il settaggio della fotocamera
In linea di massima, possiamo sostenere che la nostra fotografia sportiva sia in grado di adattarsi a qualsiasi macchina fotografica standard. Ipotizzando una classica fotocamera in formato 35 millimetri (DSLR digitale a pieno formato), sono necessarie preferibilmente lunghezze focali da 20 a un massimo di 50 millimetri. Per questo motivo lavoro principalmente con impostazioni grandangolari e con valori di apertura compresi tra f8 e f13. Quasi tutti gli obiettivi presentano la massima nitidezza in questo intervallo e permettono, rispetto a un’apertura massima, la più ampia profondità di campo possibile – quindi, tutti i punti di messa a fuoco nell’immagine sono il più nitidi possibile, indipendentemente dal fatto che siano posizionati in primo piano o sullo sfondo.
Il terzo vantaggio dell’intervallo di valori di apertura menzionato è che i colori vengono riprodotti più intensamente quando il sensore è esposto più a lungo. Per questa ragione, tra l’attrezzatura da portare con sé, è consigliabile anche un treppiede. Se è necessaria una maggiore quantità di luce sul sensore, è necessario aprire l’apertura del diaframma o aumentare il valore iso.
Oltre al valore di apertura, anche l’impostazione ISO è cruciale per la foto. Tuttavia, è molto complesso formulare un’indicazione univoca. Come orientamento di massima in condizioni di luce diurna: mantenere il valore ISO il più basso possibile (caso speciale “Ora Blu”/Crepuscolo: ISO alto). Lavorando senza treppiede, si dovrebbe evitare di esporre per più di 1/60 di secondo, altrimenti si rischia di muovere l’immagine troppo facilmente. È importante sperimentare molto in questo contesto e conoscere sé stessi e la propria fotocamera. Un fotografo di mia conoscenza riesce a scattare a mano libera fino a 1/8s di tempo di esposizione, senza stabilizzatore d’immagine (IS) e senza sfocature: niente è impossibile.
L’ultimo fattore da considerare è la messa a fuoco. Con le moderne fotocamere non c’è motivo per cui non usare l’autofocus: è solo importante prestare sempre attenzione a dove si trova il punto focale che, nel nostro caso, dovrebbe essere l’atleta. È consigliabile passare dalle impostazioni di fuoco da inseguimento ampio a punto singolo o al massimo alla misurazione multi-zona. La maggior parte delle fotocamere mostra attraverso il mirino o sul display un piccolo quadrato, o più quadrati – qui si trova l’area di messa a fuoco. Con il cursore, è possibile spostarlo sulla parte dell’immagine desiderata.
Suggerimento: a differenza delle foto ravvicinate della fotografia sportiva, in questo caso sono coinvolti soggetti statici. È sufficiente impostare l’autofocus su “Single shot” (scatto singolo), ovvero su misurazione di un singolo fotogramma. In questo modo l’autofocus viene determinato una volta prima del rilascio dell’otturatore e non in modo permanente. Ciò consente di risparmiare un’enorme quantità di batteria.
Display o mirino?
Le moderne fotocamere DSLR dispongono ormai tutte di buoni display. Le fotocamere mirrorless, oltre ai display, hanno anche eccellenti mirini digitali come l’EVF (Electronic Viewfinder). Si dovrebbe confrontare dove i colori sono riprodotti più fedelmente e la nitidezza è migliore. Alla fine, però, dovresti lasciarti guidare dalle tue preferenze. Personalmente, preferisco fotografare con il mirino durante il giorno fino alle prime ore del crepuscolo – sia esso ottico o elettronico. Eccezione: una fotocamera mirrorless o compatta con mirino ottico non mostra nel mirino l’immagine desiderata. In questo caso, per una corretta valutazione dell’immagine, è necessario utilizzare il display.
Suggerimento: di solito le fotocamere DSLR non offrono un’anteprima sul display. Il motivo risiede nella modalità Liveview del display che mostra sempre solo l’immagine realmente riflessa e non tiene conto di ciò che viene catturato dal sensore della fotocamera per via delle impostazioni di esposizione. È quindi necessario valutare prima le impostazioni fotografiche con alcuni scatti di prova sul display.
Come accessori, si consigliano filtri polarizzatori, filtri graduati neutri e filtri ND (Neutral Density).